


Ho scritto il saggio di apertura per il numero speciale di Kenchiku Journal dedicato all’architettura in terra cruda.
Questo speciale è nato da una mia proposta, maturata a partire dalla questione sociale rappresentata dai terreni di scavo provenienti dall’edilizia.
Alcuni dei principali protagonisti dell’architettura in terra a livello mondiale contribuiscono con saggi che affrontano sia progetti contemporanei sia le filosofie che li sostengono.
Tra questi, Martin Rauch – uno dei massimi maestri del rammed earth – osserva che dal 50 al 100% dei terreni di scavo può essere riutilizzato in edilizia.
Nel mio testo, “Tsuchi no Tetsufugaku e l’architettura non-costruttiva”, approfondisco la terra non come semplice “materiale”, ma come forma di pensiero.
Descrivo inoltre le possibilità emergenti di:
- architetture che scompaiono
- architetture-membrana
- architetture del vuoto
- architetture incise
- architetture come calligrafia
un insieme che considero appartenere al campo dell’“architettura non-costruttiva”.
Spero che questo numero possa offrire l’occasione di ripensare il futuro del pensiero architettonico.
Tono Mirai